Nell’antichità i tatuaggi venivano rimossi con una tecnica alquanto “barbara” ovvero sale grosso e l’uso di una fresa che lasciata cicatrici deturpanti. Poi si è passato al vero e proprio intervento chirurgico che, anche se meno doloroso, lasciava ugualmente brutte cicatrici.Dagli anni 80 si è passato all’utilizzo di laser, strumenti poco invasivi che fanno sparire l’inchiostro sulla pelle.
Tanto! Purtroppo la rimozione con il laser è molto dolorosa. Secondo varie testimonianze che abbiamo raccolto il dolore è paragonato allo “scoccare di un elastico sulla pelle unito ad una scossa elettrica ripetuto ad oltranza” e alla “sensazione di qualcuno che ti brucia la pelle con la fiamma ossidrica tanto da avere il sapore di bruciato in bocca”.
Tra le motivazioni più frequenti troviamo il desiderio di partecipare a concorsi delle forze dell’ordine in quanto non ci si può iscrivere se si hanno tatuaggi in parti visibili del corpo con la divisa indossata. Ma non mancano nomi di vecchi partner da cancellare, tatuaggi che non piacciono più o tatuaggi che con il tempo si sono rovinati e si vogliono togliere. L’età media che si sottopone a questo trattamento va dai 18 ai 30 ma non mancano anche persone ultra sessantenni.