Il P.R.P. è un potente concentrato di fattori di crescita capaci di stimolare la proliferazione e la migrazione dei fibroblasti e la sintesi del collagene, migliorando così lo stato vitale della pelle e dei tessuti in generale.In tricologia è usato per stimolare le cellule staminali in quiescenza nel cuoio capelluto, in modo di aiutare così il normale processo di creazione di nuovi vasi sanguigni, e la riparazione delle cellule danneggiate.Studi sempre più all’avanguardia, mirati a validare l’efficacia del plasma ricco di piastrine, hanno provato che nei pazienti affetti da calvizie le cellule staminali appartenenti alla zona sopra-bulbare del follicolo (zona del bulge) sono fisiologicamente inattive, cadono cioè, in una fase dormiente, in attesa di un segnale di riattivazione.Il segnale di riattivazione può essere apportato dal PRP: le piastrine, infatti, contengono un gran numero di fattori di crescita (tra cui PDGF e TGFβ), che vengono riconosciuti dai recettori sulla cellula staminale e sono capaci non solo di ricostruire i vasi sanguigni del tessuto (danneggiati in caso di ferite ad esempio), ma anche di stimolare le stesse cellule staminali dormienti a riprodursi, e riprendere il loro normale ciclo fisiologico rigenerando così il follicolo e provocando la crescita del capello.Ecco perché, quindi, l’apporto di piastrine nel cuoio capelluto provoca l’ispessimento dei capelli ancora presenti e tende ad arrestarne la caduta.
Occorre specificare che un trattamento di PRP al cuoio capelluto non è un trattamento che permette di riavere i capelli persi con l’alopecia, bensì aiuta a rallentare la normale caduta dei capelli (in determinate situazioni ad arrestarla del tutto).Un trattamento di PRP è quindi vivamente consigliato per favorire, in pazienti con capelli molto sottili e soggetti a caduta, l’ispessimento dei capelli ed in generale a migliorare lo stato di salute complessivo del cuoio capelluto e dei bulbi piliferi.Un largo utilizzo viene fatto anche come terapia di sostegno dopo un trapianto di capelli Fue. PRP e autotrapianto sono due alleati nel combattere il fastidioso problema della caduta dei capelli. Infatti è pratica comune abbinare un trattamento di PRP all’intervento di autotrapianto per ottenere un attecchimento più rapido dei bulbi trapiantati, per stimolare la crescita di altri bulbi silenti, e per accelerare i tempi di guarigione della cute del cuoio capelluto. Inoltre il PRP abbinato alla FUE stimola la rivascolarizzazione dei tessuti, diminuendo così la possibilità di necrosi ed apoptosi del follicolo.
Per prima cosa è necessario effettuare un comune prelievo di sangue venoso al paziente che poi usufruirà del trattamento (20-30 cc). Le provette contenenti il prelievo saranno inserite poi in una centrifuga da laboratorio e centrifugate. Al termine della centrifuga, il PRP sarà prelevato con una siringa sterile ponendo molta attenzione a non aspirare anche i globuli bianchi sedimentati immediatamente sotto in quanto potrebbero rilasciare enzimi proteolitici dannosi per i tessuti. Il trattamento vero e proprio consiste in cicli di iniezioni effettuate direttamente sul cuoio capelluto (3/4 sedute al mese). Le iniezioni di PRP devono essere rigorosamente effettuate da medici e specialisti del settore in modo da poter garantire le normative di profilassi e per ridurre al minimo rischi o complicazioni dovute ad infezioni
Il trattamento PRP non presenta controindicazioni dal momento che il gel piastrinico proviene dalla centrifugazione del sangue del paziente stesso. Inoltre, trattandosi di un prelievo del proprio sangue, non vi è alcun rischio di reazione immunitaria, controindicazione, o rigetto.E’ un trattamento sicuro in effettuato con plasma autologo e quindi si evita il rischio di malattie trasmissibili col sangue. Inoltre, proprio perché si ricava dal prelievo di sangue effettuato sul paziente, il PRP non presenta effetti collaterali come allergie, intolleranze o rigetto. Tutti i passaggi del PRP, dal prelievo di sangue all’iniezione nella cute, vengono effettuati nella massima sterilità per evitare che il sangue del paziente venga a contatto con l’ambiente esterno.Poiché la vita delle piastrine è alquanto limitata, i vari processi di questa tecnica vengono effettuati in maniera consecutiva e nel più breve tempo possibile (circa 30 minuti). Grazie alle condizioni ideali di centrifugazione, piastrine e fattori di crescita non subiscono alcun tipo di trauma permettendo a questo trattamento innovativo di svolgere la sua azione rigenerativa.